Astenersi non e’ uguale a votare di NO

Proprio non riesco a rassegnarmi a questo stato di cose: che in Italia l’astensione sia equiparata al dissenso. In realta’ si tratta di due concetti diversi che portano a due comportamenti opposti. Chi si astiene puo’: fregarsene, essere pigro, essere malato, essere scontento, etc.

Chi vota NO, ha invece la specifica intenzione di andare contro il progetto di cambiamento di legge.

Come possiamo comparare le due cose?? Perche’ dare questo doppio vantaggio al NO?

La risposta che mi e’ sorta spontaneamente e’ legata al fatto che in Italia esiste solo il referendum abbrogativo, e quindi ancora una volta si scoraggia e si limita la partecipazione popolare alla vita politica del paese.

Aggiungo infine che mi addolora vedere uno strumento cosi importante ridotto alla stregua di un ascia: la dicotomizzazione del voto, o tutti SI o tutti NO!!! Non potrebbe darsi che qualcuno voglia potersi esprimere a favore di una modifica e contro un’altra? E’ infatti il mio caso. Ho deciso infatti di votare NO al referendum n. 3, sui diritti del concepito. Nel mio piccolo modo di vedere il feto e’ VITA ed in quanto tale e’ SACRO.

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